La rigenerazione urbana nasce anche dalla progettazione degli impianti
24 maggio 2022
24 maggio 2022
Intervista a Guido Panni, MEP (mechanical, electrical, and plumbing) Discipline Manager, esperto in smart buildings e Real Estate
In questa intervista, Guido Panni, MEP Discipline Manager di Stantec Italia - esperto Real Estate nello sviluppo di progetti di impianti elettrici e di climatizzazione, speciali e smart buildings - spiega l’importanza dell’impiantistica nei progetti di riqualificazione urbana.
Guido coordina anche il team di lavoro che si occupa dell’impiantistica di uno dei progetti vincitori di Reinventing Cities Milano: “Green Between Tessiture Urbane”, il cui obiettivo è quello di trasformare l’area di Crescenzago in un quartiere ecologico di social housing.
Ho iniziato la mia attività in un piccolo studio d’ingegneria che si occupava di collaudi e verifiche di impianti, proseguendo poi con una attività autonoma nell’ambito della progettazione in ambito civile e industriale, fino ad approdare in società d’ingegneria strutturate con un percorso sempre in crescita. Stantec mi ha proposto di sfruttare la mia esperienza trentennale e ricoprire una posizione di coordinamento in un settore in forte sviluppo e trasformazione: quello della rigenerazione urbana.
Secondo la mia personale esperienza, la progettazione in sé non porta a situazioni particolarmente difficili, lo possono però essere il sito e gli obiettivi posti dal cliente. La vera sfida è trovare il giusto compromesso tra gli obiettivi, i costi e le tecnologie applicabili, riuscendo a completare il progetto con successo.
La pandemia da Covid-19 ha dato una accelerazione a processi che erano già in atto, ma che faticavano a diventare “uso comune”. Oggi l’attenzione alle tecnologie per migliorare e facilitare la vita quotidiana, per il risparmio energetico, per il comfort personale sia in casa che fuori, sono una aspettativa comune. In un ambiente frenetico come quello delle grandi città si sente ancor di più. Come per le automobili certe funzioni non sono più un optional, ci si aspetta siano presenti in casa, ci si aspetta che siano semplici e automatiche. Comandi vocali, sensori presenza, regolazione del clima, scenari luminosi, elettrodomestici e impianti con funzione interattive Internet of Things (IoT), sistemi di produzione e accumulo energia verdi, sistemi di ricarica veicoli elettrici, sistemi di sicurezza e allarme, interconnessione con il quartiere, con la città, con il mondo. Sono solo alcuni esempi in cui gli impianti sono una piccola importante parte di una costruzione, che è complessa e coinvolge gli impatti visivi e architettonici, i materiali utilizzati, il loro impatto ambientale in fase di produzione, utilizzo e recupero.
In un progetto come Green Between, dove il titolo racconta già lo spirito dell’iniziativa, c’è un importante team multidisciplinare che si occupa di tutta la progettazione degli edifici e del loro inserimento nel contesto urbano, si confronta costantemente con il cliente proprio sugli argomenti che avranno come risultato benessere, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale. Argomenti che non si limitano al solo quartiere, ma anche sulla veloce, profonda, trasformazione di una città che vuole dare l’esempio, in particolare sui processi di decarbonizzione delle aree urbane, per i quali la componente impiantistica è un aspetto rilevante.
Il motto “design with community in mind” riassume benissimo l’approccio di Stantec e anche il mio.
Per me significa progettare per gli altri con la coscienza di farlo come se fosse per me stesso e per la mia famiglia, famiglia che diventa allargata alla comunità. Comunità che desidera vivere in un bell’ambiente, starci bene, felicemente.
Image credits: Wolf Visualizing Architecture