Smart Working: in crescita i “lavoratori agili”
27 febbraio 2018
27 febbraio 2018
Il lavoro in “modalità Smart” è una realtà sempre più rilevante ed in crescita
Per questo motivo il Comune di Milano intende continuare a promuoverlo come strumento di innovazione e flessibilità. Molto presto, infatti, la pubblica amministrazione di Milano allargherà a tutte le direzioni la possibilità di usare gli strumenti e le pratiche dello smart working in modo diffuso.
Il tema è stato affrontato lo scorso 24 gennaio, presso Palazzo Marino, in un convegno dal titolo “Lavoro modalità Smart! Lavoro agile e conciliazione vita-lavoro”.
Il coworking è stato uno dei primi aspetti trattati ed in relazione al quale è stata presentata un’indagine realizzata sulla Lombardia, nell’ambito dell’intervento di Federico Bianchi.
Dai dati è emerso come i lavoratori pratichino coworking principalmente per un desiderio di novità, per la dimensione di gratuità e per una maggiore produttività. Emerge anche la volontà di incontrare persone nuove, stringere nuove relazioni e diventa una valida alternativa alla casa perché combatte la solitudine. Alcuni aspetti negativi emersi, però, sono la mancanza di riservatezza a causa della particolare modalità di lavoro, le maggiori distrazioni e l’impossibilità di fare telefonate di lavoro. Il coworking è stato definito come uno spazio che accoglie, un luogo terzo, rispetto alla casa e all’ufficio. Non esisterà mai il luogo perfetto, ognuno di questi spazi ha dei pregi o dei difetti in base alle diverse circostanze. Serve piuttosto un equilibrio fra questi tre spazi cioè la casa, l’ufficio e gli spazi di coworking, che potrebbe essere raggiunto grazie al lavoro agile.
Erminia Calabrese, responsabile HR della Banca d’Italia, ha portato una testimonianza di benessere organizzativo. Banca d’Italia ha infatti avviato il progetto del lavoro agile nel 2014, supportando il processo trasformativo e tecnologico in tutte le sue strutture, portando le persone al centro dell’azienda.
Tra i vari interventi, ha implementato la creazione di spazi di coworking e open space per un lavoro flessibile, ha riformato gli orari di lavoro, creando programmi personalizzati e ha adeguato gli strumenti agli obiettivi. Il management gestisce e valuta i dipendenti in base agli obiettivi e ai risultati e non più rispetto ai compiti. Il progetto ha dimostrato come l’adozione di queste nuove pratiche flessibili impatti in modo sostanziale sullo stile direzionale più flessibile e ingaggiante, necessario per l’implementazione, perché favorisce autonomia e responsabilizzazione.
La scuola di direzione aziendale e cultura manageriale dell’Università Commerciale “Luigi Bocconi” con la Dottoressa Simona Cuomo ha condotto una sperimentazione di tipo quantitativo, somministrando questionari ad aziende prevalentemente private per analizzare il fenomeno del lavoro agile dal punto di vista delle HR. È stato dimostrato come questa nuova modalità di lavoro porti numerosi benefici per quanto riguarda il benessere organizzativo, la soddisfazione dei lavoratori, il miglioramento del clima organizzativo, una riduzione di costi, di turnover e di assenteismo. Si genera maggiore business continuity e il legame con la produttività sembra possa incrementare. È necessario, però che ci siano delle precondizioni organizzative che supportino questa implementazione, tra cui la formazione e il supporto al dipendente da parte del manager, la formazione sulla diversità e l’analisi del benessere organizzativo. Così come è essenziale avere in mente l’obiettivo finale dell’implementazione del lavoro agile, che può essere di tipo funzionale, cioè di prova e basta, di tipo strumentale per l’aumento della produttività, di tipo culturale per migliorare lo stile manageriale e il clima organizzativo e infine di tipo ambientale e sociale. Gli aspetti negativi sono invece la preoccupazione di possibili ripercussioni, la paura di una possibile cultura del controllo e il presenzialismo.
È stato dimostrato che l’aspetto positivo dello smart working è la diffusione di maggiore responsabilità e autonomia nei dipendenti, la delega e la fiducia.
Marco Bedogni, responsabile AMAT, ha esposto invece il punto di vista dei lavoratori, mostrando i risultati del questionario somministrato a più o meno duemila lavoratrici e lavoratori agili, con una prevalenza delle prime, di età compresa tra i 45 e i 55 anni (soprattutto impiegati e quadri in possesso di diploma superiore o di laurea).
È stato riscontrato un gradimento altissimo per queste iniziative di lavoro agile: i risultati mostrano come, evitando lo spostamento casa-lavoro, nel 2017 ciascun partecipante abbia risparmiato in media 109 minuti di tempo. I lavoratori, infatti, restano prevalentemente presso il proprio domicilio, utilizzando il tempo risparmiato per la cura della famiglia e le attività domestiche (ma anche per lavorare).
Silvano Casazza, ATS Milano, ha parlato del piano di conciliazione di ATS che consiste in una serie di attività finalizzate alla valorizzazione delle politiche territoriali e prospettive per un’azione integrata di servizi, per un costo complessivo pari a circa € 1.586.009,34. Ci sono alleanze e contrattazioni territoriali che riguardano l’implementazione di pratiche di conciliazione per aiutare i lavoratori a soddisfare i loro bisogni e affrontare meglio le sfide lavorative.
Carla Giammaria ha presentato il progetto del comune di Milano “Smart-Lab. Milano Concilia 4.0”, in cui ci sono state 33 adesioni da parte di enti nel settore pubblico e privato, che hanno offerto ai dipendenti la possibilità di provare a lavorare, per un massimo di cinque giorni, con flessibilità oraria, al di fuori del contesto abituale o in una postazione di coworking. Poi ci sono aziende, invece, che hanno scelto di adottare altre aziende per aiutarle ad implementare in modo corretto queste nuove pratiche di lavoro agile trasferendo un know how (soprattutto alle PMI).
Come dimostrano tutti gli interventi, il lavoro in modalità “Smart” non solo è una realtà in crescita, ma soprattutto una realtà con grandi potenzialità, una visione condivisa sia dai lavoratori che dalle aziende. Queste ultime, dal loro canto, se si uniscono possono massimizzare le risorse, ridurre gli sprechi e sostenere l’inclusione, così come l’accesso e la fruibilità dei servizi per tutti.
Lo smart working è anche uno strumento valido per prevenire lo stress lavoro-correlato in azienda, scopri il corso STEPPS-Strategies and Tools to Empower People against Stress for Safety di Stantec Academy.