Sostieni il futuro: il mondo dipende dal successo della Seconda Rivoluzione Verde
16 febbraio 2021
16 febbraio 2021
Come possiamo sfamare una popolazione mondiale in crescita che si sta concentrando nelle città? Un punto di partenza sarà ottimizzare l’utilizzo di acqua e terreno.
Traduzione e adattamento di Lisa Gallo, ingegnere civile idraulico.
Più passa il tempo, più cresce la popolazione mondiale, più dobbiamo trovare metodi alternativi che garantiscano a tutti il cibo. Attualmente, la popolazione mondiale conta circa 7,7 miliardi di persone, e l’Organizzazione delle Nazioni Unite stima che tale numero arriverà a 10,5 miliardi entro il 2070. Per sfamare i 2,8 miliardi di persone previste in più, abbiamo bisogno di nuove aree coltivabili: si parla di un terreno grande circa quanto il Brasile e che possa produrre raccolti. Purtroppo per noi, questo non sarà possibile.
Quindi quale potrebbe essere una soluzione vagliabile? Un punto di partenza potrebbe essere quello di affrontare l’agricoltura in modo diverso e ottimizzare l’utilizzo di acqua e terra. Attraverso tecniche di agricoltura urbana - come l'acquacoltura, l'idrocoltura, l'acquaponica e l'agricoltura verticale - possiamo dare il via a una "second green revolution" e stabilire un metodo per soddisfare le esigenze alimentari della crescente popolazione mondiale.
Prima spiegare queste tecniche nel dettaglio, vorrei provare a spiegare come il sistema agro-alimentare sia arrivato a questo punto.
Il termine Green Revolution è stato coniato per indicare il periodo tra il 1950 e la fine degli anni Sessanta, e si utilizza per indicare una serie di iniziative che hanno permesso di incrementare la produzione agricola in tutto il mondo. Con il rapido aumento demografico mondiale, siamo stati in grado di sfamare la popolazione con un aumento di appena il 30% della superficie destinata all’agricoltura. L'aumento della produttività agricola è avvenuto grazie alla crescita dei raccolti, da nuovi ceppi di colture, fertilizzanti e dall'agricoltura meccanizzata. Ma la Green Revolution ha avuto anche impatti negativi, ad esempio gli effetti dell'uso dei pesticidi sulla salute umana e sull'ambiente.
Ci sarà una Seconda Rivoluzione Verde? Saremo in grado di stare al passo con le esigenze alimentari del mondo diventando più efficienti grazie a colture a più alto rendimento e ad un migliore utilizzo dell'acqua? Queste sono alcune delle domande che dobbiamo porci ora.
il problema più grande dell'umanità sarà probabilmente il fatto che non saremo in grado soddisfare le nostre esigenze alimentari.
Il cambiamento climatico ha influenzato l'agricoltura sotto più punti di vista. Alcune delle tecniche utilizzate per le colture ad alto rendimento non funzionano più, perché il clima sta cambiando. Lo scorso agosto (2020) l’Intergovernmental Panel delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha pubblicato una serie di rapporti sull'impatto della crisi climatica sulla sicurezza alimentare globale. L'aumento della siccità, le inondazioni e l'intensa calura estiva ci costringono a cambiare il modo in cui normalmente concepiamo l'agricoltura.
Mentre gli impatti ambientali e sanitari della crisi climatica sono massicci e devastanti - come tempeste violente, carenza di acqua dolce, peggioramento dello smog e altro - il problema più grande dell'umanità sarà probabilmente il fatto che non saremo in grado soddisfare le nostre esigenze alimentari.\
La situazione delicata in cui ci troviamo oggi è dovuta a molteplici motivi. La pesca eccessiva e l'acidificazione degli oceani - che avviene a causa dell'assorbimento di anidride carbonica nell'atmosfera – implica che lo stock di biomassa pescabile non sia sostenibile comparato ai tassi di pesca attuali.
Inoltre, sempre più persone in tutto il mondo adottano una dieta in “stile nordamericano”, aumentando il consumo di carne. Questo si traduce in un maggiore consumo di acqua e di emissioni di carbonio pro-capite.
Un fattore decisivo da considerare è la migrazione dalle zone rurali (e il loro conseguente abbandono) verso le città. Mentre attualmente circa il 55% della popolazione mondiale vive nelle aree urbane, l’ONU prevede che tale percentuale aumenti al 68% entro il 2050. Come provvederemo alle esigenze alimentari della popolazione urbana in espansione?
Le città stanno affrontando dei cambiamenti e dei processi di rigenerazione urbana: questo si può tradurre come un'opportunità. L'aumento dell’e-commerce ha di fatto dematerializzato i luoghi di vendita fisici, liberando spazio negli edifici fino ad ora destinati ai negozi. La previsione è che anche la mobilità subirà un cambiamento radicale: lo vediamo oggi con i veicoli elettrici, biciclette, monopattini e aumento dei trasporti pubblici, fino ad arrivare ai veicoli a guida autonoma. Tutto questo si tradurrà in una minor richiesta di posti auto, creando nuovi spazi che potremo destinare all’agricoltura.
Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), oggi circa il 10-15% in più rispetto alla produzione alimentare del mondo avviene attraverso l'agricoltura urbana. Naturalmente, gran parte dell'agricoltura urbana è costituita da giardini pensili e giardini comunali. Ma le persone stanno cominciando a concepire l'agricoltura urbana ottimizzata all'interno dell'ambiente costruito. Queste tecniche - come l'acquacoltura, l'idrocoltura, l'acquaponica e l'agricoltura verticale - hanno un rendimento molto più alto, in termini di chilogrammi per ettaro. Sono meno intensive per l'utilizzo dell’acqua e sono più efficienti nell’utilizzo della terra. Vediamole nel dettaglio:
Oltre a ottimizzare l’utilizzo della terra e dell'acqua, queste tecniche di coltivazione alternative porteranno la produzione di cibo in città, senza necessariamente relegarla alla campagna. Le conseguenze saranno una minore impronta di carbonio e degli alimenti con un valore nutrizionale più alto.
Prevedo un possibile "ritorno al futuro", in cui le nazioni industrializzate ritorneranno alla società rurale. Queste comunità agricole però saranno diverse da quelle che abbiamo visto finora, perché si baseranno sull'agricoltura urbana, con persone che lavoreranno in strutture dedicate all'acquacoltura, all'idrocoltura, all'acquaponica e all'agricoltura verticale.
Dobbiamo essere più efficienti nell’uso della nostra terra e dell'acqua, se speriamo di produrre abbastanza cibo per le popolazioni future. Ma una spinta verso l'agricoltura urbana - e una possibile Green Revolution - potrebbe essere la soluzione per sostenere il nostro sistema agro-alimentare.
Questo articolo, tradotto dall’inglese, è stato pubblicato originariamente sul blog internazionale di Stantec.