3 passi fondamentali per la sicurezza delle nostre dighe
20 maggio 2020
20 maggio 2020
La soluzione per avere delle dighe sicure è avere sempre un piano per le emergenze e investire in manutenzione
Traduzione e adattamento di Matteo Bellinello
Nel corso della storia le dighe hanno svolto il ruolo di infrastrutture fondamentali per il funzionamento delle comunità locali. È infatti grazie alla loro costruzione che, in tanti Paesi, si è creata la concreta possibilità di avere acqua pulita, energia rinnovabile, protezione dalle inondazioni e servizi idrici di alta qualità. L’importanza della loro funzione, la loro complessità, unita all’invecchiamento naturale di queste infrastrutture, rende il tema della sicurezza delle dighe molto attuale in tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti, oggi, si stima che oltre 15000 dighe siano ad alto rischio, con rischi significativi per l’integrità dell’infrastruttura e per la vita delle persone che si trovano in prossimità della stessa. La stessa attenzione richiedono le centinaia di chilometri di argini che proteggono le aree basse vicino ai fiumi principali. La sicurezza, tanto delle dighe quanto degli argini, è oggi prioritaria per questo Paese. In Italia, i grandi sbarramenti (oltre i 15 metri di altezza o con un volume di invaso oltre il milione di metri cubi) sono oltre 500, mentre i piccoli invasi sono migliaia. A seguito degli eventi sismici nel centro Italia del 2018 e su raccomandazione della Commissione Grandi Rischi, si sono avviati numerosi controlli e verifiche della sicurezza degli impianti da parte dei principali gestori. Fenomeni meteorologici estremi come gli uragani o le inondazioni record, oppure gli eventi sismici, sono spesso imprevedibili e possono mettere a rischio la sicurezza di queste importanti infrastrutture. A volte, inoltre, la posizione particolarmente remota di alcuni di questi impianti rende difficile programmare ed effettuare sopralluoghi e manutenzioni costanti.
Gli esperti del settore, come chi ha contribuito a questo articolo, hanno il dovere di sensibilizzare sia i proprietari e gestori che le comunità che vivono presso queste infrastrutture ricordando tre punti, semplici quanto fondamentali, che dovrebbero essere la base per la sicurezza delle dighe:
Ogni diga deve avere un piano d’emergenza. In particolare, un piano a lungo o breve termine, dovrebbe essere di alta priorità per ogni proprietario/gestore. Un piano di emergenza garantisce un piano ben strutturato per le emergenze, pensato appositamente per proteggere l’infrastruttura e le comunità circostanti. Particolarmente importanti sono le dighe valutate ad alto rischio, in cui i proprietari delle dighe e le autorità locali devono essere pronti a intervenire immediatamente in caso di emergenza legata alle dighe, compreso un potenziale crollo.
È essenziale che le dighe siano progettate e continuino a soddisfare gli standard di progettazione di base per la sicurezza. In Italia, il D.M. 26 giugno 2014 definisce le norme tecniche per la progettazione e la costruzione degli sbarramenti di ritenuta, con le finalità di «assicurare, anche in caso di eventi estremi, la permanenza della funzione di contenimento dell’acqua di invaso e della funzionalità degli organi necessari alla vuotatura controllata del serbatoio». Si tratta di infrastrutture, infatti, sottoposte a continue sfide ed evoluzioni ambientali. L'invecchiamento, le sollecitazioni sismiche e gli impatti dei cambiamenti climatici hanno enormemente modificato il modo in cui valutiamo la sicurezza delle dighe nel corso degli anni. Organizzazioni come la Commissione internazionale delle grandi dighe (ICOLD) forniscono informazioni aggiornate sull’avanzamento della tecnologia grazie a loro pubblicazioni, conferenze, e formazione professionale. Dobbiamo lavorare affinché tutte le dighe soddisfino i più recenti criteri di progettazione stabiliti da autorità di regolamentazione e organizzazioni professionali come ICOLD e le sue emanazioni locali, ad esempio ITCOLD in Italia.
Istituire un fondo dedicato alla sicurezza di queste infrastrutture può essere molto utile. In Italia, il 19 luglio 2019 è stato pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che istituisce il fondo di garanzia dello Stato per gli investimenti sulle infrastrutture idriche. Esso punta alla realizzazione delle opere necessarie a contrastare il rischio siccità nel Paese. Il fondo di garanzia è stato istituito presso Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e supporta gli investimenti per le infrastrutture del servizio idrico integrato (reti acquedottistiche o impianti fognari e di depurazione), oltre a quelli riguardanti le dighe, con priorità per quelle destinate all’uso potabile e plurimo.
Per non trovarsi ad aspettare la prossima emergenza, occorre agire con anticipo e buonsenso per avere un piano di sicurezza strutturato. Occorre essere vigili sulle condizioni ambientali circostanti le dighe, ad esempio, i fiumi e, se necessario, chiedere l'intervento di proprietari, autorità locali o statali per garantire una corretta manutenzione delle dighe e degli argini che invecchiano, mentre continuano ad essere operative. Come afferma Mike Rogers, Responsabile internazionale del settore dighe di Stantec e Presidente di ICOLD: “Come progettista di dighe, mi sento responsabile della sicurezza e del benessere di tutte le dighe e argini del nostro paese (Stati Uniti). Come presidente di ICOLD, sto lavorando duramente per formare e aiutare i professionisti del settore a lavorare alacremente per migliorare la sicurezza delle dighe e infrastrutture critiche, che sono state pensate e costruite per servire le generazioni future. Grazie alle scelte che faremo oggi, potremo determinare il nostro domani, imparando dagli errori del passato”.
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