Un robot ruberà il mio lavoro? Come le nuove tecnologie stanno modificando il settore delle bonifiche ambientali
26 luglio 2018
26 luglio 2018
ggi, in ogni settore, l’introduzione dell'automazione è veloce e repentina.
L'industria abbraccia la robotica e i processi automatizzati, in particolare per aumentare la produttività e la qualità dei prodotti oltre ad assicurare la salute dei lavoratori.
E nel campo delle bonifiche cosa è cambiato?
Consideriamo di dover investigare un sito potenzialmente contaminato attraverso delle indagini del terreno e delle acqua di falda. Durante la realizzazione dei sondaggi e dei pozzi di monitoraggio, tutti i dati potrebbero essere raccolti dal tecnico di campo tramite un tablet ad alimentare un unico database in tempo reale con foto, misurazioni, prelievo campioni e cartografia correlata. Per l’esecuzione delle prove idrogeologiche per la caratterizzazione dell’acquifero, non sarà più necessario passare la notte sulla brandina di fianco al pozzo con sveglia ogni 2 ore ad eseguire le misurazioni necessarie per una prova di pompaggio: gli strumenti data logger ci aiutano in questo. E ancora, qualora fosse necessario installare un impianto di bonifica per il trattamento delle acque e dei terreni contaminati, la tecnologia oggi ci supporta con strumenti ormai indispensabili. Da tempo è possibile infatti, controllare da remoto la funzionalità dell’impianto di bonifica e ricevere alert automatici in caso di malfunzionamento. Il monitoraggio, la verifica e la gestione dell’impianto da remoto si va via via sempre più raffinando con applicativi dedicati: di fronte al PC, in ufficio, tengo sotto controllo gli impianti di bonifica dislocati in tutta Italia, senza affrontare viaggi e senza la necessità di un operatore fisso in campo. Per esempio, conosco in tempo reale il livello dell’acqua nella vasca di decantazione, verifico la funzionalità delle pompe sommerse calate nei pozzi barriera per l’emungimento delle acque contaminate. Se per un malfunzionamento la vasca dovesse essere troppo piena, fermo l’impianto e organizzo prontamente una manutenzione straordinaria per la risoluzione del problema.
Tutto questo è già parte della realtà, ma possiamo spingerci oltre, in una visione futuristica a metà tra il reale e l’immaginario che - ne sono certa - ben presto diventerà il quotidiano. L’addestramento del personale di campo addetto alla manutenzione si effettuerà comodamente in ufficio con occhiali per la realtà aumentata. L’operatore, spostandosi virtualmente nello spazio, imparerà a conoscere l’impianto e le sue componenti e ad identificare rapidamente l’ubicazione dei dispositivi critici a garanzia della sicurezza. Una volta in sito gli sembrerà di esserci già stato, ma nel caso dimenticasse qualcosa, con il tablet, inquadrando il QR code della componente impiantistica, potrà leggere tutte le sue caratteristiche. Raccoglierà i dati sul tablet, verranno così popolati in automatico l’archivio e i file excel precedentemente predisposti. Attraverso uno share point il manager, in ufficio, avrà modo di consultarli da un'unica interfaccia, in modalità interdisciplinare, interattiva e visuale e avrà tutto sotto controllo. I dati saranno così immediatamente fruibili e, con un click, un software genererà un breve report sull’attività di campo eseguita con i dati raccolti ed eventualmente un grafico con l’andamento dei valori nel tempo, riceverò anche un avviso qualora servisse acquistare nuove bottiglie per il prossimo campionamento non presenti in magazzino.
Con un drone, sorvolando un sito rimanendo all’esterno, valuterò se ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per poter operare, se i punti scelti per un’indagine mediante perforazioni saranno accessibili ed effettivamente realizzabili. E ancora, in fase di bonifica, a scavo aperto, farò volare il drone per verificare lo stato del terreno della parete per valutare visivamente lo stato della contaminazione, mostrerò le immagini anche al mio Cliente, insieme valuteremo come procedere nella bonifica. I modelli della contaminazione del sito saranno aggiornati non appena saranno disponibili le analisi chimiche e aggiornati automaticamente.
E dunque cosa rimane al consulente ambientale? Una montagna di dati da analizzare.
Ci sono sfide che giungono da questa valanga di dati che vengono raccolti, e se una maggiore quantità di dati può migliorare la conoscenza scientifica e la conoscenza del sito contaminato, insiemi di dati più grandi richiedono un’analisi più approfondita. Mentre ci spostiamo nel futuro, gli strumenti tecnologici potrebbero essere il mezzo principale per raccogliere dati ambientali, ma ci sarà ancora bisogno di professionisti preparati che abbiano adattato le loro abilità per gestire e interpretare i risultati. È necessario piuttosto essere consapevoli e disposti a imparare continuamente mentre si esaminano criticamente tutti gli aspetti della tecnologia per capire cosa diverrà indispensabile e rilevante.
Sia inteso quindi che il personale in ufficio dovrà ben conoscere le dinamiche di campo e allo stesso tempo essere in grado di eseguire una corretta e pronta interpretazione dei dati, validare la modellistica e realizzare differenti scenari futuri che considerino tempi, costi ed efficacia della bonifica.
Avendo tecnologie sofisticate a portata di mano, non possiamo correre il rischio, di continuare ad operare all'interno di un paradigma umano. Il passaggio dal paradigma umano dovrà affrontare molti ostacoli: la paura di essere soppiantati dalla tecnologia e talora un senso di rifiuto del cambiamento. Ritengo che le nuove tecnologie nell’ambito delle bonifiche ambientali siano senz’altro entusiasmanti, non c'è motivo per cui uomini e macchine non possano coesistere!
Il futuro è arrivato con il suo carico di avventure e sfide, a noi come professionisti la volontà di accoglierlo ed abbracciarlo.